non dedicare almeno un pensiero a questa tragedia, soprattutto adesso, che sembra far presagire un seguito assai più amaro di quanto è già successo finora, e che in qualche misura toccherà tutti noi.
Ogni giorno si parla della tragedia in Giappone, e devo dire che, anche mio malgrado, ne ho sentite di cotte e di crude.
Qualcuno, anche tra vari tipi di autorità, ha detto che il terremoto e il conseguente tsunami sono stati strumenti della volontà e della voce di dio, della sua bontà. Qualcun altro della sua punizione.
Forse in entrambi i casi volevano riferirsi a una di quelle reazioni che a volte ha il nostro pianeta quando viene troppo sfruttato (lo diciamo spesso anche noi, "vedrai che la Terra prima o poi si dà una scrollata e si rimette a posto, nonostante tutto quello che le è stato fatto"), o una specie di pagamento stile pan-per-focaccia su un paese dove viene fatta una caccia spietata alle balene, custodi della memoria del mare.
Forse. E forse avrebbero fatto meglio a dare uno sguardo in più alla gente, ai bambini, ai vecchi, agli animali, a tutti quelli che sono rimasti senza niente, ai morti, ai tecnici delle centrali nucleari che sono rimasti a fare il loro lavoro per tentare di evitare il peggio pur sapendo che sarebbero morti per le radiazioni, e tacere. Perchè se vogliamo venderla come punizione divina, allora per coerenza di terre emerse dovrebbero rimanerne ben poche su questo pianeta.
La solidarietà viene prima delle opinioni personali su "perchè il cataclisma si è abbattuto proprio lì", se non altro perchè siamo umani. Almeno alcuni di noi.
E ancora, forse è stata una reazione del pianeta agli esperimenti nucleari con le bombe di profondità; forse è stata la posizione degli astri; forse il 2012; forse questo, quello, e quest'altro ancora.
Quale che sia la causa, visto che la gente sembra non resistere senza trovarne una, forse dovrebbero pensare che il punto non è chi ha colpa di che cosa, ma cosa si può fare adesso. Che cosa stiamo imparando su noi stessi, sulle nostre reazioni, le nostre paure, e su quanto siamo preparati all'imprevedibile, all'impensabile.
Con la speranza che il mondo si comporti con onore.
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"Potente è l'impulso degli uomini a restare nella memoria e a conquistarsi un nome immortale per l'eternità."